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Critiche al modello ACWR di Tim Gabbett: l’associazione descrittiva tra attacchi degli squali e gelati venduti

da | 7 Apr 2020 | 3 commenti

Negli ultimi anni molti ricercatori hanno messo in discussione vari elementi del calcolo dell’ACWR: ecco cosa è stato detto!

 

L’ACWR (Acute Chronic Workload Ratio) è un modello proposto da Tim Gabbett nel 2015.

Tim Gabbett è ricercatore, relatore internazionale e Consulente Sport Scientist di Atleti e Coach Professionisti, tra i più affermati a livello mondiale: lo scopo del modello da lui proposto è quello di monitorare sia il carico di lavoro che il rischio di infortunio.

Ho avuto modo di conoscere Tim Gabbett nel 2019, a Milano, nel “Workload Monitoring and Athlete Management”

Gabbett definisce lo Sweet Spot come il rapporto tra:

–              carico di lavoro acuto (acute load), media del carico su una settimana

–              carico di lavoro cronico (chronic load), media del carico sulle ultime 4 settimane.

Se manteniamo questo rapporto tra 0,8-1,3 il rischio di infortunio è ridotto (puoi approfondire l’argomento in questo mio articolo “Come cercare lo sweet spot e trovare il carico di lavoro ottimale”)

ilio-iannone-tim-gabbetto-modello-acwr-carico-lavoro

 

LE CRITICHE AL MODELLO ACWR

Negli ultimi anni molti ricercatori hanno sollevato alcune critiche al calcolo dell’ ACWR.

Uno tra questi è Franco Impellizzeri PhD, famoso ricercatore italiano stimato in tutto il mondo.

Ha fatto molto scalpore il suo intervento “1st Sportfisio & Swiss Sports Med Conference: The acute-chronic workload ratio: a critical appraisal” in cui spiega, in maniera dettagliata, le critiche al modello proposto da Gabbet.

 

L’INTERVISTA A CAMBIO DI CAMPO

Qualche settimana fa, sul Canale Youtube di Cambio di Campo, ho ascoltato una sua intervista in cui, tra le diverse domande, gli è stato anche chiesto quali fossero le principali criticità dell’ ACWR: la sua risposta mi ha colpito molto per il fatto che sia stata semplice e  divertente ed ho deciso di riportarla in questo mio articolo.

“Premetto che Gabbett e Impellizzeri sono professionisti di fama mondiale e non sono nelle condizioni di poter criticare nessuno dei due. Per questo motivo, mi limiterò soltanto a “riportare” la risposta dell’intervista: ognuno ne trarrà le proprie considerazioni personali.”

 

Qual è lo scopo del monitoraggio del carico nello sport?

“Il monitoraggio del carico è stato spesso impiegato nella prevenzione degli infortuni, in realtà l’obiettivo non era questo ma quello di far capire all’allenatore se quello che lui aveva in mente (programma di allenamento) è stato svolto e come ha risposto l’atleta al carico.

Questo dovrebbe servire all’allenatore per apportare delle modifiche al programma nel caso in cui ce ne fosse bisogno e non a determinare la progressione del carico, come spesso si fa. Le misure dovrebbero servire a supportare questo tipo di approccio e non a sostituirlo.

Se il mio atleta riesce a fare il 30% in più e sta bene è sbagliato ridurre il carico, se invece il mio atleta in quel giorno non è in una condizione ottimale ridurrò semplicemente il carico.”

 

Criticità al modello ACWR

“Gli studi con cui è stato creato questo modello hanno molte criticità, tra cui quello di essere o DESCRITTIVI o PREDITTIVI e nessuno studio è CAUSALE.

Che cosa vuol dire? Studio descrittivo vuol dire che c’è un’associazione mentre predittivo cerco di capire se l’atleta è a rischio oppure, per costruire strutture causali, è solo un marker che mi dice che sei a rischio, ma quello che usiamo per predire non è necessariamente la causa.

La critica principale è quella di utilizzare studi predittivi e descrittivi per tirare fuori conclusioni causali.”

 

Alcuni esempi

“Sapete che esiste una correlazione tra attacchi di squali e numero di gelati venduti?

ilio-iannone-tim-gabbett-modello-acwr-associazione-descrittiva

Significa che c’è una associazione descrittiva, ma non significa che se taglio il numero di gelati avrò meno attacchi di squali!!!

Io posso anche predire il numero di squali dal numero di gelati venduti, ma cosa significa? Che se stanno aumentando il numero di attacchi cambio il numero di gelati?

Invece cercherò di mettere in atto una serie di iniziative che hanno influenze causali sul rischio: aumento le vedette in acqua, avviso le persone, ecc… ma non cambierò il numero di gelati!!!

Tutte le volte che qualcuno dice Manipolare il carico di lavoro ha una influenza sugli infortuni” significa che se manipoleremo il numero di gelati cambieremo l’attacco degli squali!!!

Molte volte negli studi i più deboli rimangono fuori perché sono spesso quelli infortunati e sono quelli che si infortunano a carichi più bassi. Rimangono quelli più forti e resistenti che si infortunano a carichi più alti perché nel tempo sono riusciti a sostenere carichi più alti.

Questo significa che i miei dati non sono reali: nello studio avrò qualcuno che si infortuna a carichi più bassi e qualcuno che si infortuna a carichi più alti.

La cosa importante da sottolineare è che quelli che si infortunano a carichi alti sono di meno e si arriva spesso alla conclusione che carichi alti proteggano dagli infortuni.

In realtà, non è che i carichi alti proteggono dagli infortuni, è che gli atleti più forti riescono a tollerare meglio i carichi più alti.

Ovviamente questo non significa su tutti ma su una percentuale tale da influenzare i miei dati: di conseguenza, ci viene detto che i carichi alti proteggono dagli infortuni, lo sappiamo tutti, ma l’errore è quando ci dicono di non aumentare i carichi troppo in fretta.

Se un atleta ha un carico basso è più facile incrementare il carico, ad esempio, del 30%, se fa 100m sarà facile arrivare a 130, mentre un atleta che fa già 500m avrà più difficoltà ad aumentare il carico. L’ACWR ribalta la proporzione e non ha senso.”

*

Ti è piaciuto l’articolo? Cosa ne pensi delle critiche sollevate al modello ACWR? Fammelo sapere nei commenti: sarò felice di ascoltare il tuo parere!

3 Commenti

  1. Nicola

    Buongiorno sono Nicola fisioterapista leggendo l’articolo sembra che l’unica variabile infortunio dipendente sia il carico mentre sappiamo tutti benissimo che non è così …. Per quale motivo è stato scelto il carico perché è la variabile più importante …??? Il primo lavoro di Gabbett è stato fatto sui rugbisti …. È un modello che si può applicare a tutti gli sport anche quelle di endurance …??? Interessante l’analisi di Impellizzeri che avevo già visto e letto a suo tempo ma anche questa mi sembra “caricocentrica” ….. il “load management” È uno degli elementi da valutare forse il più importante ma sicuramente non l’unico …. mi interesserebbe sapere la vostra opinione ….
    Grazie ….!!!

    Rispondi
    • Ilio Iannone

      Ciao Nicola, attualmente il carico di allenamento sembrerebbe essere la variabile più importante nella gestione degli infortuni. Ad oggi non esistono modi per prevenire infortuni ma se esistono strategie per la riduzione del rischio (es. nordic hamstring per quanto riguarda la lesione degli stessi). Il modello di Gabbett viene attualmente utilizzato in diversi sport anche in quelli di endurance.
      Come hai scritto anche tu il carico non è l’unica variabile ma ci sono altre variabili altrettanto importanti:sonno, recupero, stress, ecc..
      Grazie per la domanda.
      Un saluto, Ilio.

      Rispondi
    • Franco

      Rispondo io :-). Abbiamo scritto appunto da varie parti che guardare al carico è limitativo e sbagliato e tutto questo parlare di carico sposta attenzione sugli altri fattori. Intervista era su carico quindi ho parlato di quello che ma ho anche sottolineato importanza del resto.. Ad esempio qua ma anche in altri articoli: https://bjsm.bmj.com/content/54/15/934

      Rispondi

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